La sicurezza delle banche italiane è tornata prepotentemente in prima pagina dopo il Decreto Salvabanche, decreto che ha sancito la perdita totale dei risparmi investiti in azioni e obbligazioni subordinate di quattro banche: CariChieti, Banca delle Marche, CariFe (Ferrara) e Popolare Etruria.
Si è parlato in questi casi inopportunamente di bail in, ma in realtà il Decreto, pur seguendo alcuni principi del bail in, ha seguito una procedura diversa. Ma a prescindere da questi tecnicismi, sono stati molti gli investitori coinvolti (si parla di un numero tra 150 e 400 mila persone) che hanno perso molto. Per tale motivo la notizia è finita, seppur inizialmente tenuta sotto traccia, in prima pagina, aumentando le preoccupazioni dei risparmiatori italiani per i loro soldi depositati o investiti in banca. Ma ci sono rischi per chi detiene conti di deposito, vincolati o liberi?
Quali rischi reali ci sono?
Cominciamo a dire che dal 1° gennaio 2015 entrerà in vigore il cosiddetto bail in. Si tratta di una procedura di salvataggio delle banche europee che mira ad evitare che lo Stato (e quindi il contribuente) intervenga prima che i capitali di azionisti e obbligazionisti (e altri creditori) siano stati almeno in parte colpiti.
Come si vede al punto 4, anche con la nuova procedura di salvataggio delle banche, viene mantenuta la tutela sui depositi fino a un capitale di 100.000 euro.
Il limite non è sul singolo conto corrente ma per intestatario e fa riferimento ad un’unica banca. Quindi per valutare la tua esposizione, devi sommare tutti i soldi che hai depositato presso la stessa banca in conti correnti, conti deposito e anche certificati di deposito nominativi. Se superi i 100.000 euro, questa eccedenza potrà essere colpita per salvare la banca in caso di difficoltà. Per questo manteniamo il consiglio di diversificare e di non superare mai questa quota sulla singola banca (ovviamente per chi se lo può permettere, non è da tutti avere 100.000 euro di liquidità da investire).
In caso di cointestazione del conto, il saldo va diviso tra i cointestari. Se un conto corrente o deposito è intestato a due persone, il saldo andrà diviso per due per valutare l’esposizione singola. Se hai un conto corrente o deposito presso un’altra banca, anche se coinvolta in un salvataggio, questo comunque non fa cumulo per calcolare il limite di 100.000 euro. Il Fondo ti garantisce nel caso fino a 100.000 euro per ogni banca.
Facciamo un esempio. Se hai presso una banca un conto corrente intestato solo a te con 20.000 euro, un conto deposito per 60.000 euro e un conto corrente cointestato con qualcun altro da 20.000 euro, il totale fa 90.000 (ti ricordo che in caso di cointestazione devi dividere il saldo per il numero di intestatari).
Il rischio quindi è molto marginale visto che pochi hanno somme così ingenti sulla medesima banca (non fanno ovviamente cumulo gli investimenti in altri strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, polizze vita, fondi di investimento etc.).
Certo, se la tua banca viene salvata qualche fastidio l’avrai. Ma se stai attento a non superare questa soglia, al massimo vedrai bloccato il tuo conto per un breve periodo. La procedura infatti prevede che il rimborso sia effettuato entro venti giorni lavorativi dalla data del provvedimento di liquidazione coatta (prorogabile dalla Banca d’Italia per ulteriori dieci giorni lavorativi).
Non ci sono quindi grossi rischi a investire in conti di deposito, basta effettuare un’opportuna diversificazione. Se poi vuoi evitare ogni problema, punta solo su banche più sicure e sane. Sono ovviamente anche sicure le alternative di investimento presentate nel precedente articolo.